RICERCA & EDITORIA

SENTIERI CULTURALI DELLE MARCHE

ACCADEMIA MONTI AZZURRI

CENTRO STUDI ALALEONA

 

SCENA MARCHIGIANA

GIOVANNI PAGGI

EDIZIONI DISCOGRAFICHE

 

 

 

 

CENTRO STUDI ALALEONA

Il Centro Studi “Domenico Alaleona” prende corpo nel 1999, punto d’arrivo di un lungo interessamento al compositore cui si intesta che risale ai primi anni di attività dell’Istituto di Studio e Ricerca da cui origina la Fondazione “Lanari”.

Che il compositore, teorico e musicologo marchigiano Domenico Alaleona (1881-1928) sia un autore di notevole interesse e importanza storica non corrispondente al pressoché totale oblio che ne ricopre ancora oggi l’opera, comincia finalmente pian piano ad essere un dato conosciuto.

Un punto di partenza recente di tale parabola ascendente può essere considerato il volume “Aspetti e presenze del Novecento musicale”, pubblicato nel 1980 a cura di Domenico Tampieri, nel quale si assommavano notizie biografiche, commenti storici e teorici su alcuni aspetti della sua opera, nonché un calatogo degli scritti letterari e delle composizioni musicali. L’argomento alaleoniano viene in seguito raccolto e rilanciato dall’Accademia Monti Azzurri  sin dal 1993, con appuntamenti convegnistici e approfondimenti di studio monografico proposti a musicisti provenienti da vari paesi europei, completati da programmazione concertistica di merito da parte del collegato Festival Monti Azzurri. Se pagine cameristiche affioravano già qua e là sporadicamente, soprattutto in iniziative locali nel suo territorio d’origine, il lavoro intenso e pressante dell’Accademia risulterà proficuo per la profondità dell’intervento di studio e l’ampiezza divulgativa internazionale nei confronti degli allievi accademici, degli artisti e dei complessi interessati dai suoi lavori.

Fervido riscontro di proliferazione culturale ai semi gettati nelle diverse edizioni dell’Accademia dedicate al rilancio d’attenzione sull’opera di Alaleona, è la diffusione anche geografica della successiva programmazione esecutiva di sua musica, sostenuta con forza dall’azione di stimolo, sensibilizzazione e promozione da parte del Centro Studi: a partire da Mosca, dove l’Orchestra “Moscovia” propone la musica del Maestro marchigiano in un concerto nella prestigiosa Sala Ciaikovskij, fino a Vienna, con l’esecuzione presso la Società Amici della Musica del ciclo “La città fiorita” ad opera del pianista Albert Sassmann, con lusinghiera l’accoglienza da parte del pubblico per il quale l’autore era pressoché sconosciuto. Ma anche nelle Marche, con diversi programmi concertistici che il Festival “Sentieri di Musica nella Marca d’Ancona” presenta nei teatri di Ostra, Sirolo, Arcevia, San Marcello e soprattutto a Jesi, la cui Stagione Lirica 2002 viene aperta con la riproposta dell’opera “Mirra”, per la prima volta sulla scena dal suo debutto nel 1920: evento che vide il Centro Studi particolarmente vicino al direttore artistico del Teatro jesino Angelo Cavallaro, in merito al reperimento dei manoscritti e ai relativi rapporti con la Famiglia del Maestro nella persona della figlia, la cortesissima Sig.na Giuseppina.

Un significativo contributo al recupero d’attenzione su Alaleona degli ultimi anni proviene senza dubbio dall’interesse editoriale rivoltoGli dalla rivista Scena marchigiana, da sempre sensibile all’azione recensiva e divulgativa delle varie attività proposte in merito. Azione che rilancia anche periodicamente note illustrative sulla figura e l’opera del Maestro, per definirne un minimo di contesto biografico ed artistico utile alla migliore comprensione e conoscenza: tanto da riservare all’interno della rivista uno spazio redazionale specifico – “Alaleoniana”, in collaborazione con il Centro Studi- che si identifica in una vera e propria iniziativa editoriale e culturale, attraverso l’approfondimento di temi e argomenti a lui riferiti e connessi sia come musicista che come musicologo.

Essendo particolarmente rilevante nell’opera del Maestro la riflessione ed elaborazione della teoria armonica, una delle necessarie e prioritarie iniziative che il Centro Studi ha posto in progetto è la riedizione dei suoi lavori teorici più importanti, in modo da rilanciarla direttamente all’attenzione della critica odierna. A cominciare da due saggi in cui il musicista dà conto delle sue ricerche dei primissimi anni del secolo, concretizzatesi in una formulazione teorica che contempla una divisione in parti uguali dell’ottava da usare in termini e funzione di nuova espressività (è proprio Alaleona il primo musicista ad usare il termine di “espressionismo”), in seguito considerata da molti autorevoli studiosi come pionieristica sensibilità in certo modo precorritrice del sistema dodecafonico in quegli stessi anni elaborato e diffuso a Vienna da Schoenberg. I due fondamentali scritti teorici, pubblicati originariamente dall’autorevole Rivista Musicale Italiana, sono “I moderni orizzonti della tecnica musicale. Teoria della divisione dell’ottava in parti uguali” e “L’armonia modernissima. Le tonalità neutre e l’arte di stupore” -entrambi del 1911 e usciti a distanza di qualche mese- per la cui riedizione si è ottenuto il nulla osta della Rai Radiotelevisione Italiana, attuale editrice e proprietaria dei diritti della testata dell’epoca, ancora oggi attiva con il nome di Nuova Rivista Musicale Italiana.

L’Alaleona sinfonico arriva invece alle Edizioni discografiche  con la pubblicazione in CD di musiche alaleoniane registrate nel corso delle edizioni del Festival Monti Azzurri  '97 e ‘98; il peculiare interesse dell’incisione, oltre alla rarità generale di lavori dell’autore, è che mentre qualche brano cameristico era già stato pubblicato in disco, per la prima volta essa offre una monografia che presenta anche lavori orchestrali, di piccolo e grande organico, eseguiti da diversi complessi artistici internazionali. 

Chi era presente al memorabile concerto sinfonico del 31 agosto 1997 al Teatro “Marchetti” di Camerino, culmine alaleoniano dell’Accademia Monti Azzurri  di quell’anno, sa che quell’evento musicale è stato un importante momento nella riscoperta del musicista di Montegiorgio.

Il programma, eseguito dall’Orchestra Filarmonica Nazionale Russa di Tomsk, per la direzione del M° Boguslaw Dawidow, vedeva in scaletta ben tre titoli di Alaleona: “Quattro canzoni italiane”, “Quattro laudi spirituali italiane” e “Elegia”. Il concerto -produzione originale del Festival, che provvedeva anche alla cura delle partiture ancora inedite- ha costituito quindi un appuntamento “storico” per il recupero dell'autore, proprio in quanto i suoi titoli per grande orchestra sono da tempo pressoché scomparsi da ogni programmazione, forse addirittura dalla morte stessa del compositore: infatti, mentre qualche pagina cameristica si può raramente rintracciare in qualche concerto nell’area locale del Piceno, proprio non si ha traccia di esecuzioni dei brani per grande organico orchestrale, quali sono state quelle di Camerino. Ed è stata una sorpresa per tutti, interpreti e pubblico: una riscoperta non solo musicologica, ma soprattutto musicale, per il valore che quelle musiche “dimenticate” hanno rivelato di contenere. Un uso sapiente sia delle strutture compositive -delle quali Alaleona è stato all’inizio del secolo un acuto teorico ed inascoltato innovatore, per certi versi anticipatore della futura elaborazione dodecafonica- che di efficaci soluzioni nella strumentazione, rendono i brani sinfonici di Alaleona assai freschi e interessanti ancora oggi. Se nelle “Quattro canzoni” il gioco della sezione d’archi e degli strumentini (flauto, oboe, clarinetto, fagotto) crea suggestioni di delicatezza e raffinata “semplicità” con eleganti richiami anche ad atmosfere popolaresche, le “Quattro laudi” si caratterizzano invece per una decisa energia, sorretta dal più corposo suono dei fiati, ove campeggiano ben tre trombe. La magia dell’uso dell’arpa contrapposta alla forza delle percussioni, gli incisi ora taglienti ora soavi dei fiati, la vasta gamma espressiva degli archi, dai teneri pizzicati ai sovracuti, agli improvvisi sprazzi di sognante ma viva melodia, hanno catturato l’attento uditorio camerte, ammaliato dalla qualità della scrittura e dalla sorpresa di un ascolto assai piacevole; ma il culmine arrivava con l’ultimo titolo di Alaleona in programma, “Elegia”. Qui l’imponente organico dei fiati (tutti e in parti almeno raddoppiate) combinava con gli archi, l’arpa, le percussioni momenti di altissimo lirismo e di potente espressività dinamica, sempre con gusto e con arditezza nelle soluzioni timbriche e armoniche: un brano di quelli che piacciono ai grandi concertatori e che permette loro un’interpretazione molto partecipe. Scrosci di applausi salutarono ogni brano; visibilmente soddisfatta e non poco emozionata la figlia del M° Alaleona, la Sig.ra Giuseppina , presente in sala. Presente anche per gli esiti dell’edizione ‘98 dell’Accademia e Festival, quando l’attenzione sul compositore si fece ancora più ampia e approfondita, coinvolgendo prestigiose istituzioni musicali internazionali. Da un lato l’Accademia organizza tornate di studio teorico ed esecutivo sull’autore (tenute dal prof. Domenico Tampieri del Conservatorio di Pesaro e dal M° Eduard Grach, violino solista, direttore d'orchestra e direttore del Dipartimento di violino del Conservatorio di Mosca) a cui partecipano giovani musicisti italiani, austriaci, tedeschi, ungheresi e russi; dall’altro, il Festival mette in programma varia musica di Alaleona, brani cameristici accanto ad altri per piccola orchestra, come le deliziose “Sei canzoni italiane” (per quartetto d'archi), la versione per quintetto d’archi di “Elegia” -delicata e struggente, quanto forte e appassionata è la versione per grande orchestra eseguita nel ‘97- e le interessantissime “Due canzoni italiane” per orchestra da camera, tra gli esiti più rilevanti della sua ricerca musicale, con soluzioni timbriche ed armoniche di notevole rilievo e inaspettata bellezza. Musiche di raro carattere, finalmente incise e pubblicate in CD, nell'auspicio che la loro conoscenza ne moltiplichi le occasioni esecutive, come meritano.