RICERCA & EDITORIA

SENTIERI CULTURALI DELLE MARCHE

ACCADEMIA MONTI AZZURRI

CENTRO STUDI ALALEONA

SCENA MARCHIGIANA

GIOVANNI PAGGI

 

EDIZIONI DISCOGRAFICHE

 

 

 

 

 

 

SENTIERI CULTURALI 

DELLE MARCHE

Dal 26 agosto al 4 settembre 1993 si tenne in diversi centri della regione un’iniziativa itinerante dell’Istituzione -realizzata con il sostegno della Regione Marche, di Comuni e di numerosi enti culturali italiani e internazionali- dal titolo “Monti Azzurri. Sentieri culturali delle Marche”, giornate di studio e spettacolo articolate in tre diversi filoni tematici: un autentico evento storico, per il significato di lì a poco assunto da diversi degli stimoli culturali lanciati in quelle straordinarie riunioni convegnistiche. “Storico” per la nascita, nel giro di pochi anni successivi, di varie e diverse iniziative rivolte all’approfondimento ed alla trattazione specialistica di molti degli oggetti culturali posti all’attenzione e promossi nel corso di quelle fervide giornate di studio.

Con il contrappunto di correlati appuntamenti di spettacolo, concertistici e rappresentativi, la Manifestazione proponeva ben tre diversi appuntamenti convegnistici –curati e coordinati da Gianni Gualdoni- ognuno di due giorni e su tematiche specifiche caratteristiche della peculiarità storica e culturale delle Marche: si cominciava con Tempesta ed impeto. Marchigiani in diaspora, con sede a Maiolati Spontini (26-27 agosto), dove proprio il periodo di esistenza in vita del nume tutelare locale (Gaspare Spontini, 1774-1851) fungeva da contesto e sfondo alla trattazione di diverse eccellenze espresse in quell’epoca dalla regione, tra classicismo e primo romanticismo. Ad aprire i lavori un ospite d’eccezione come il M° Alberto Zedda –Direttore artistico del Teatro alla Scala (che solo tre mesi dopo apriva la sua Stagione proprio con una splendida edizione di “ La Vestale ”), oltre che presidente del Centro Studi “Spontini”- con una lucidissima relazione dal titolo emblematico “Per una Spontini renaissance”, in vista di un auspicabile rilancio e piena valorizzazione del musicista maiolatese così come è già avvenuto nei decenni scorsi per Rossini, Donizetti ed il “belcantismo” in genere. Seguiva l’incontro con un ampio panorama artistico musicale marchigiano di prima grandezza, eppure ancora tutto da scoprire: basti accennare ai compositori Persiani e Lauro Rossi (di cui parlò Paola Ciarlantini), Vaccai e Marchetti, Angelica Catalani (trattata da Gabriele Moroni), il famoso impresario teatrale Alessandro Lanari (da Egidio Saracino). Vari altri studiosi completavano il quadro storico e artistico del periodo: docenti di diverse università, dirigenti di centri culturali (come Marco Salvarani dell’A.Ri.M., che ha presentato in anteprima la guida al “Dizionario Bio-Bibliografico dei musicisti marchigiani”, monumentale opera del grande ricercatore e musicologo jesino Giuseppe Radiciotti), istituti di cultura di livello internazionale (Johann Herczog, Accademia d’Ungheria). Nell’occasione, la sera del 26 agosto, andava in scena a Maiolati un memorabile appuntamento concertistico che segna idealmente l’avvio di tanta riscoperta di autori marchigiani perseguita negli anni a venire: un Gran Gala di arie da opere interpretate da ben sette soprani, che riproposero all’ascolto contemporaneo rari brani di Spontini (da “Julie”, “Olimpia”, “Nurmahal”, “Alcidor”, “Agnes von Hohenstaufen”, “ La Vestale ”), Vaccaj (“Giulietta e Romeo”), Lauro Rossi (“Il domino nero”), Marchetti (“Ruy Blas”), Persiani (“Ines de Castro”, “Danao Re d’Argo”, “Eufemio di Messina”). Il secondo appuntamento era a Camerino (30-31 agosto), città d’arte e cultura, patria di nomi eccellenti del nostro secolo come i fratelli Emilio e Ugo Betti. Il titolo –Novecento. Tra storia e cronaca- sintetizzava proprio l’intenzione verso l’affascinante e contraddittoria complessità del secolo, analizzandone i caratteri portanti in tema di arte, musica, letteratura, pensiero, per poi estrarne alcune delle ricchezze connesse alle Marche: il grande musicologo Giuseppe Radiciotti, il giurista e pensatore Emilio Betti, il drammaturgo Ugo suo fratello, il compositore Domenico Alaleona, per certi aspetti precursore della dodecafonia, il filosofo Enzo Paci; argomenti trattati da specialisti come Renzo Cresti, Domenico Tampieri, Franco Cuomo, Roberto Lambarelli, nonché personaggi come Giorgio Gaslini e Marco Tutino, per una compagine altamente rappresentativa a livello nazionale. La terza ed ultima serie aveva luogo a Jesi, culla di Pergolesi, trattando La regione dei cento teatri. Panorama del Sei/Settecento, con riferimento alla particolare logistica teatrale delle Marche ed al contesto musicale dell’epoca in cui operò Giambattista (3-4 settembre). Tra i relatori in programma, direttori di importanti teatri italiani, storici del periodo, esperti di architettura teatrale, studiosi pergolesiani e specialisti di musica antica e barocca, sempre di autorevole provenienza.

Numerose delle importanti relazioni al Convegno furono successivamente pubblicate e rilanciate all’attenzione dalla rivista di cultura Scena Marchigiana. 

Che tale ricchezza di proposta e approfondimento -sostenuta da oltre 40 relatori, autorità del calibro accennato- abbia direttamente originato gli sviluppi di lì a poco concretizzatisi non è dimostrabile; si può però notare che nel volgere di poco tempo non pochi degli argomenti di quelle sedi furono poi oggetto di istituzionalizzazione in varie aree della regione: già nel ‘94 nasce a Jesi la Fondazione Pergolesi-Spontini , a dirigere il cui festival monografico sarà chiamato proprio Fabio Maestri, uno dei relatori pergolesiani al Convegno; un anno dopo prende il via a Maiolati l’esperienza di Spontini Classic e nello stesso ‘95 ha inizio nell’ambito della stagione lirica jesina il progetto di riscoperta della Civiltà musicale marchigiana, i cui obiettivi negli anni saranno appunto Pergolesi e Spontini così come Vaccai, Marchetti, Persiani, Lauro Rossi, Alaleona; in altre situazioni prenderanno quindi corpo l'Accademia e Festival “Monti Azzurri” e il Centro Studi Domenico Alaleona

Si tratti pure solo di un caso, quello storico evento culturale del 1993 lanciò preziosi semi e di lì a poco nacquero germogli di quello stesso genere...